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Mi porta il cielo a scrivere dei versi,una richiesta spinta dai venti che odora di pioggia, un racconto soffice e chiaro nato dal mito delle tempeste in epoche lontane, parole rese alate dalla purezza dei sensi di un bambino,che osserva il cielo in silenzio. Parole scandite dall'acqua caduta in terra come inchiostro su di un foglio bianco, candide sono le frasi,figlie dei cancelli alati in alto oltre il nostro sguardo, sogni di lemmi e lividi di rugiada nei chiari campi scorrono come vene cariche irradianti sangue. Nell'aria vagano immense e incostanti le nivee nuvole a separar dal mondo gli alti respiri persi in terra, di questi,uno f

Preso tra due giorni il sole si squarcia,camuffandosi nella notte sfugge alle nuvole fingendo il tramonto, presa tra due notti la luna si nasconde,sfugge alle stelle fingendo l'alba, preso tra due braccia l'uomo si addormenta,sfugge alla solitudine fingendo benessere. Tra due fuochi il cuore batte, tra due luci l'occhio scruta, tra due istanti tutto cambia. Tre coppie di compagni - si alternano le veci - a loro nulla sfugge - governano gli estremi - essendo opposti paralleli, diatribe illimitate - procreano le strambe e a volte giuste - risposte alle domande - che il tonto qui si pone, sia giusto o sia sbagliato – il senso del discors

Ho scritto versi per allietare il cuore,per strappare un sospiro condito da un sorriso, ho scritto versi per esprimere sensi,un "ti amo" legato dal panico,sciolto ma velato dalle dolci rime, ho scritto versi per sfogare la rabbia,agguantarla con forza e serrarla nelle grida silenziose dei miei fogli. Scrivo come parlo al vento e piango quando il vento ride di me. Ho scritto dei versi,ma forse non li ho letti e mai li leggerò.

Ti credevo disperso, immerso in chissà quale ampolla, bloccato da un muro che crolla . Come una diga rimossa, smossa dal tempo che fu, inebria il mio essere di ondate devastanti, non costanti ma spesso stupefacenti ricordando al mio cervello cosa un tempo era bello. Un vago ricordo, un mondo perduto ritrovato forse tramite il fato, strambo individuo mai nato ma sempre esistito con l'unico compito di restare ambiguo. Nel dubbio di sempre la stessa domanda, chi detta le leggi? Amare per vivere e vivere per amare, non nasce dal cuore ma cresce e a volte m'esce, a volte, resto bloccato come ghiacciato dal tempo invernale perenne compagno d